Abbiamo partecipato e assistito ad incontri, sopralluoghi e convegni sul futuro dei grandi contenitori
svuotati delle aree centrali di Catania: Vittorio Emanuele, Santo Bambino, Santa Marta, Ferrarotto,
officine AMT e altro. Insieme ad altri ci siamo chiesti cosa accadrà nell’immediato venendo meno le
precedenti funzioni, e cosa accadrà in futuro qualora quegli enormi spazi rimanessero inutilizzati o
cambiassero radicalmente destinazione d’uso.
Quello che sappiamo per certo è che questa città vive contraddizioni laceranti ed esclusioni sociali
profonde ed estese, che la crisi sanitaria del 2020 ha solo accentuato. E che solo azioni di welfare,
sia istituzionale che comunitario, possono ambire a mitigare e contrastare tali contraddizioni, nelle
forme delle povertà economiche, delle povertà educative, delle diseguaglianze.
Per conto nostro, che ci occupiamo da tempo di partecipazione culturale, un impiego pianificato di
azioni culturali inclusive e abilitanti, capaci di creare aggregazione, consapevolezza e risposta ai
bisogni educativi e ricreativi, può contribuire ad un piano generale di welfare ormai necessario.
Un welfare culturale che agisca sul corpo sociale, aiutandolo ad affrontare i suoi malanni e
accompagnandolo in una auspicata guarigione attraverso attività mirate a ricucire gli strappi, alla
coesione aperta delle comunità, troppo spesso rancorose e tendenti alla chiusura ostile di ciò che è “altro”, al contrasto di quelle povertà educative che ci privano di autonomia e pensiero critico: tutti
ingredienti necessari per attivare forme di sviluppo a base culturale, anche attraverso attività artigianali e produttive, per ambire a generare un corpo sociale sano e poroso al mondo in cui vive;
per fornire delle possibilità di scelta a quelle generazioni di bambini e ragazzi che vivono la propria
infanzia e adolescenza privati spesso dei diritti essenziali.
In Italia, e nel suo meridione, esistono esempi virtuosi e modelli sostenibili a cui guardare con
interesse: basterebbe pensare all’Ex Fadda di San Vito dei Normanni in Puglia, o in Sicilia ai Cantieri
Culturali della Zisa di Palermo. Dall’educazione informale alla peer education, dal teatro alla musica,
dal design al gioco, dall’audiovisivo all’artigianato, dalla cultura alimentare a quella del benessere
psico-fisico, questi contenitori potrebbero diventare luoghi di conoscenza accessibile e co-prodotta,
inclusivi e plurali: luoghi che possano ospitare le tante organizzazioni competenti e cooperanti
presenti sul territorio, facilitatrici di una coesione sociale di cui questo presente ha bisogno per
costruire un futuro in cui le diseguaglianze possano essere consapevolmente contrastate.
Per fare un passo forte in questa direzione basta che i decisori, coloro i quali di quegli edifici potranno
disporre i futuri utilizzi, si fermino un momento e coinvolgano cittadini, associazioni, enti, fondazioni,
imprese e reti in un tavolo di lavoro permanente, aperto ad ulteriori adesioni e indirizzato al
raggiungimento di obiettivi comunemente individuati; un percorso di ascolto ed elaborazione condivisa
delle scelte. Ascoltando e co-progettando. Noi ci siamo.
PRIMI FIRMATARI
Compagnia delle Opere Sicilia, Associazione Officine Culturali Impresa Sociale ETS, Associazione
Culturale Darshan, Associazione Culturale Gammazita, Associazione Culturale Isola Quassùd,
Associazione Musicale Etnea, Badia Lost and Found Società Cooperativa, CittàInsieme, Comitato
Popolare Antico Corso, Compagnia Marionettistica F.lli Napoli, Cooperativa Sociale di Comunità Trame di Quartiere, Farm Cultural Park, Nino Bellia, Teatro Impulso, Whole Urban Regeneration
La proposta è aperta ad eventuali ulteriori adesioni: per chi volesse sottoscrivere segreteria@catania.cdo.org
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RASSEGNA
«Il futuro dei complessi in disuso, la proposta di 15 associazioni» – LiveSicilia
«Hub culturali nelle strutture in disuso: la proposta delle associazioni catanesi» – FocuSicilia
«Da ospedali a hub socio-culturali» – edizione cartacea de “La Sicilia” del 3 febbraio 2021
«Trasformare gli edifici in disuso in nuovi hub socio-culturali» – edizione cartacea de “IlMercatino” del 15 febbraio 2021
«CDO Sicilia e Officine Culturali, proposta di welfare culturale per le aree in disuso del centro di Catania» – PeriPeri Catania
«Ma Catania ha una “Società Civile”? E a che serve? Ne parliamo oggi a SUDtalk» – SudPress