Nel novembre del 2009, il giorno dei Morti, in un sofisticato studio notarile della città di Catania un gruppo di persone non propriamente consapevoli di quanto avrebbero potuto realizzare fondarono Officine Culturali. Quest’anno, a dieci anni di distanza, quel gruppo è cambiato, alle volte si è assottigliato altre volte si è inspessito, in certi momenti si è trovato in difficoltà ma ogni volta ha reagito come un organismo in cui ogni parte ha contribuito alla creazione di anticorpi, di cicatrici, ma anche di processi di rinascita, di rilancio. In dieci anni abbiamo fatto tanta strada, ma non troppa. Per dieci anni ci siamo occupati di “bellezza” cosiddetta canonica al Monastero, al museo di Archeologia, nella perfezione dello schema che la natura esprime all’Orto Botanico, nei colori della Chiesa di San Benedetto. Nel nostro decimo anno di vita abbiamo deciso di trattare la bellezza da un punto di vista completamente diverso, di provare a trovarla laddove apparentemente non esiste, anzi sembrerebbe emergere il suo contrario. In questo decimo anno ci si siamo fatti un regalo che ci è costato altra fatica: aprire, anche solo per una volta, il Rifugio di via Daniele. Ed ecco, lo abbiamo fatto, e fino a questo momento ne è valsa totalmente la pena.
É valsa la pena di andare giù nel Rifugio, al ricovero come lo chiama qualcuno, con coloro che quella cavità ce l’hanno sotto le proprie case di pietra, sotto un palazzetto condominiale, nei racconti di nonni, bisnonne e prozie. Domenica 3 novembre, per festeggiare il nostro compleanno, ci siamo regalati una passeggiata nel Rifugio con gli abitanti di Via Daniele.
C’erano bambini, adolescenti, mamme, padri, e nonne e nonni. Un clima di festa e di scoperta che abbiamo condiviso con i nostri partner in questo progetto, il Centro Speleologico Etneo e il Comitato Popolare Antico Corso. In un percorso che abbiamo illuminato provvisoriamente ci siamo scambiati alcune idee sul futuro di questo luogo ritrovato così denso di senso, ancora così pieno di dolore ma al contempo di attaccamento alla vita. La lava, la cava, la guerra, l’abbiamo raccontata ai nostri ospiti noi di Officine, del Centro Speleologico e del Comitato; ma poi, nella grande sala con la grande colonna dove i catanesi trovavano riparo sotto il peso dei bombardamenti e di 18 metri di basalto lavico, lì della lava, della cava, della guerra abbiamo sentito i racconti di chi in via Daniele ha passato tutta la vita o anche solo una parte di essa. E allora domenica abbiamo riscoperto la bellezza della narrazione, del racconto orale, della condivisione della memoria, dell’attribuzione di valore. Nel rifugio dove l’umidità entra nelle ossa e le scritte sui muri sono il monito di pericolo e paura, abbiamo riso fino alle lacrime per i racconti e i ricordi, di volta in volta anche grotteschi e pittoreschi, di uomini e di donne che sono entrati in quella cavità e con noi e hanno condiviso leggende, ricordi di infanzia, racconti di racconti.
Ne è valsa la pena e quindi vogliamo ripeterlo con loro, un’infinità di volte, poiché la bellezza è da ricercarsi anche nella trame di una città che si nasconde dentro le vie e nei cortili dei quartieri all’ombra dei grandi palazzi; una città che abita nei suoi abitanti, nelle sue tante comunità, nelle loro pratiche individuali e sociali.
Officine Culturali, il Comitato Popolare Antico Corso, il Centro Speleologico Etneo gli abitanti di Via Daniele queste stratificazioni di storie le vogliono condividere con tutti a partire dal Rifugio di Cava Daniele. Ma per aprire al pubblico il Rifugio, sarà necessario mettere in piedi un cantiere che realizzi tutti gli impianti necessari a garantirne la piena accessibilità e la massima sicurezza, per il pubblico e per gli operatori. Lo Staff di Officine è al lavoro per individuare forme adeguate di finanziamento, ma è già possibile sostenere queste prime fasi che porteranno a garantire le condizioni minime di sicurezza e l’esplorazione e l’eventuale apertura di nuovi ingressi. É possibile sostenere questa iniziativa anche attraverso la piattaforma di crowdfunding. Contiamo sul vostro sostegno, contate sulla nostra caparbietà!
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