Mercoledì 6 marzo 2019 la Fondazione CON IL SUD ha comunicato l’approvazione del progetto BeeDINI – Vizzini2030,
promosso dall’Associazione Officine
Culturali impresa sociale ETS di Catania con l’Università di Catania, l’Associazione
Regionale Apicoltori Siciliani, il Caffè
Sicilia di Noto e l’Associazione Isola Quassùd
e selezionato con il bando “Il bene torna comune”. Il progetto mira a
creare nuove imprese sociali che producano prodotti e servizi innovativi
agro-alimentari e culturali, sostenendo tale nuova iniziativa imprenditoriale
con un programma pluriennale di attività culturali ed educative presso l’ex carcere mandamentale di Vizzini.
Un’opportunità di particolare importanza per offrire un’alternativa allo
spopolamento della vivace cittadina degli iblei catanesi.
Il progetto risponde ad alcune domande che
l’associazione catanese insieme ad alcuni cittadini vizzinesi si è posta: si
può offrire una alternativa all’abbandono dei territori delle cosiddette aree
interne, soprattutto da parte dei giovani? E l’innovazione del settore
agro-alimentare, sia di prodotto che di processo, può contribuire a costruire
tale alternativa? E se si vuole innovare anche il modo di fare impresa, un
approccio finalizzato non solo al profitto ma anche alla creazione di interesse
generale e di impatto sociale può essere utile? E in tal caso, il sostegno di
una intera comunità, consolidata mediante un intenso programma culturale con
essa immaginato e gestito, può essere una delle chiavi distintive rispetto ad
altre iniziative imprenditoriali esclusivamente orientate al profitto?
La proposta di Officine Culturali, capofila del
progetto, “BeeDINI – Vizzini2030” in risposta al bando “Il bene torna comune”
di Fondazione CON IL SUD, tenta di rispondere a queste domande partendo dalla
valorizzazione dell’ex Carcere mandamentale di Vizzini, bene sottoutilizzato
candidato dal Comune della cittadina negli Iblei catanesi, che ha intravisto
nella sua valorizzazione culturale e sociale una risorsa per tutto il paese.
Con l’Università di Catania, l’Associazione Regionale Apicoltori Siciliani, il
Caffè Sicilia di Noto e l’Associazione Isola Quassùd ha quindi preso forma un progetto che è
stato valutato positivamente dalla Fondazione, avviando così un percorso
pluriennale di sperimentazione sociale e culturale che mira alla fondazione di
imprese sociali a vocazione agro-alimentare e culturale.
Officine Culturali, capofila e coordinatrice del
progetto, metterà a disposizione della comunità vizzinese la propria esperienza
maturata in questi anni, in termini di gestione delle attività di fruizione,
partecipazione e produzione culturale, confidando che alcuni strumenti
finalizzati alla conoscenza e ai processi educativi possano essere utili anche
in questo caso a costruire coesione, cambiamento e impresa sociale con finalità
di interesse generale. Il terreno è fertile, vista la prolificità con cui i
vizzinesi gestiscono manifestazioni come le Verghiane, il museo locale, la
biblioteca e molto altro.
L’Università di Catania, con i suoi dipartimenti di
Agricoltura Alimentazione e Ambiente (Di3A) e di Ingegneria Civile e
Architettura (DiCAr) provvederà ad incentivare pratiche comunitarie e
condividere con diverse categorie di cittadini le più recenti innovazioni in
campo agro-alimentare (latte e formaggi, olive e miele), per stimolarne
l’adozione imprenditoriale, ma anche per usarle in chiave di educazione
ambientale e alimentare.
L’Associazione Isola Quassud contribuirà con la
propria esperienza di teatro sociale multiculturale e inclusivo.
L’Associazione Regionale Apicoltori Siciliani in
particolare introdurrà il tema della cura delle api e della produzione del
miele, recuperando un’antica tradizione territoriale e riproponendola in chiave
imprenditoriale ma anche sociale e culturale.
Il maestro Corrado Assenza del Caffè Sicilia di
Noto proporrà le molteplici interpretazioni culinarie e culturali che i
prodotti agro-alimentari possono assumere, diventando elementi distintivi anche
sui mercati turistico-culturali.
Il tentativo sarà quello di coinvolgere i molti
giovani vizzinesi, i più piccoli, le famiglie le scuole, ai nuovi cittadini e a
quelli storici, nella costruzione di alternative e nuove pratiche sperimentando
un percorso di innovazione sociale, dove si proverà a dimostrare che la
cultura, lungi dall’essere panacea di tutti i mali, può rappresentare un
collante tra le persone e le idee, perché senza tale coesione nessun altro
scenario di cambiamento è possibile.
La data del 2030 recitata nel titolo sembra
lontanissima, ma è un orizzonte sfidante non solo per valutare i risultati –
quelli attesi in termini di partecipazione, creazione d’impresa sociale e
occupazione sono già stabiliti – quanto per leggere gli impatti che il progetto
e le sue conseguenze avranno sulla vita delle persone coinvolte.