Laboratori, spettacoli, visite guidate: raccontare in mille modi la città e la sua storia è stato il contributo che Officine Culturali ha dato alla manifestazione “Happy Catania” per l’estate 2014, programmata dall’Amministrazione comunale con l’Assessorato ai saperi e alla bellezza condivisa. Tra il Monastero dei Benedettini, la chiesa di San Nicolò l’Arena e il Castello Ursino, catanesi e viaggiatori hanno potuto conoscere e fare esperienze, interagendo con gli operatori e i collaboratori di Officine Culturali attraverso diverse forme di mediazione culturale.
I più piccoli sono stati portati dentro la chiesa e il castello vivendo l’esperienza di architetture interrotte, lave vulcaniche, quadri viventi, maghe e antichi manieri: il gioco ha proiettato i giovani utenti in attive pratiche di conoscenza dei luoghi e del loro significato.
Il registro della esperienza emotiva, incrociato a quello intellettivo, ha permesso invece agli adulti di immergersi nella densità che la narrazione rappresentata da una tela, il racconto del recupero di un sito, la vicenda di un’incredibile meridiana sanno magistralmente esprimere.
Tali storie appartengono tutte alla memoria del territorio catanese, dei suoi abitanti e dei suoi utilizzatori: consegnarle a grandi e piccoli significa riannodare fili per consolidare la comunità attorno alla storia lunga e intensa delle sue vittorie e delle sue sconfitte, delle sue luci e delle sue ombre, dei suoi momenti di coesione come di quelli di disgregazione.
In generale, l’esperienza di Officine Culturali nel quadro dell’Estate catanese 2014 ha confermato l’estrema affezione e attenzione dei catanesi al proprio patrimonio culturale, testimoniato anche dall’alta aspettativa manifestata dagli utenti in fase di comunicazione e pubblicità dei diversi eventi. Il contesto in cui l’associazione ha operato è stato quello di un’intensa e già consolidata fruizione dei luoghi: il Castello Ursino infatti, al pari del Teatro Greco Romano e del Monastero dei Benedettini, può contare su più di 25.000 visitatori paganti all’anno. Questi siti si attestano quindi su uno standard della fruizione culturale ben preciso di circa 40 mila fruitori/anno complessivi.
L’obiettivo fissato pertanto da Officine Culturali per la stagione è consistito in una diversa comunicazione del patrimonio, traducendosi in un contributo alla migliore esperienza per i pubblici coinvolti, mediante nuovi e più articolati linguaggi. Non solo. Consapevoli che gli utenti possano avere un ruolo nella esperienza culturale, sono stati molteplici gli esperimenti di coinvolgimento attivo realizzati durante l’estate: dal “gioco” della “Notte dei quadri viventi” a “Le storie dell’arte” rappresentate dai bambini, protagonisti anche della “ricostruzione” di San Nicolò l’Arena con “Architutti”.
L’occasione per questi esperimenti, fornita dalla manifestazione di interesse lanciata dall’Assessorato ai saperi e alla bellezza condivisa, è stata interessante e virtuosa, data l’opportunità di operare per (e in) luoghi dal forte significato simbolico e dai contenuti davvero densi. In una visione di sussidiarietà orizzontale, dove l’istituzione pubblica provveda a tenere saldo il timone del valore complessivo da esprimere, mettendo a disposizione infrastrutture e luoghi, è fondamentale il ruolo dei privati, anche no-profit, che si facciano interpreti delle esigenze dei cittadini, creativi ideatori di nuovi strumenti, attori di coinvolgimento e stimolo del pubblico.
E’ giusto chiedere al tessuto associativo e produttivo della città di elaborare proposte e visioni condivise per “stagioni” di medio e lungo periodo, fornendo ad esso precisi obiettivi e impatti da raggiungere; è necessario valutare attentamente la qualità progettuale delle proposte e chiederne la verificabilità e la misurabilità in termini di risultati raggiunti: questi sono i compiti che una amministrazione pubblica deve assumere in fasi delicate come questa. Tali azioni sono indispensabili per dimostrare il ruolo strategico della progettazione culturale nella costruzione di città coese e società davvero resilienti.
Riteniamo che le prossime edizioni debbano contemplare la possibilità di operare anche in aree periferiche della città, comunque parti integranti e vive di essa. Inoltre, la possibilità di utilizzare attrezzature e servizi messi a disposizione dall’Amministrazione, attraverso l’applicazione di una visione economica di scala, consentirebbe di ridurre i costi di produzione e quindi i costi per il pubblico, quando previsti. Registriamo in tal senso la disponibilità manifestata dall’Amministrazione di provvedere a tali voci per l’anno venturo.
Vanno inoltre menzionati i lavoratori del Comune di Catania, che hanno dimostrato un grande senso di responsabilità e di collaborazione. In particolare per “La notte dei quadri viventi” (Castello Ursino) senza la partecipazione attiva del personale, magistralmente coordinato dalla loro responsabile, molto non sarebbe stato possibile: quei lavoratori hanno dimostrato infatti non solo ampia professionalità, ma anche un forte senso di responsabilità dell’operare nel contesto di un bene comune che la collettività sente fortemente suo. E questo radicato senso di appartenenza è una ulteriore buona notizia.
Francesco Mannino
Presidente di Officine Culturali