In memoria di Giancarlo Magnano San Lio

di Officine Culturali

A pochi giorni dalla scomparsa del Professore Giancarlo Magnano San Lio, direttore del Dipartimento di Scienze Umanistiche dal 2013 al 2017, vogliamo ricordarlo attraverso alcune sue parole ad introduzione del volume “Breve storia del Monastero dei Benedettini di Catania” (Giuseppe Maimone Editore, 2015) e la sua visione sul ruolo culturale e sociale del Monastero.

«Il volume che qui si presenta raccoglie una serie di pregevoli interventi sul Monastero dei Benedettini e la sua storia e rappresenta un ulteriore passaggio del lungo ed importante processo di recupero e di riqualificazione del complesso monastico iniziato diversi decenni fa per l’opera meritoria e lo straordinario impegno del Prof. Giuseppe Giarrizzo, a lungo Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania. Si tratta di un monumento che oggi siamo in grado di apprezzare nel suo pieno splendore e di utilizzare al meglio per le attività del Dipartimento di Scienze Umanistiche, non senza prevedere, com’è giusto che sia, sempre maggiori aperture al territorio ed alle molteplici attività culturali che vi si tengono.

Il Monastero è ormai diventato oggetto di attenzione da parte dell’Unesco, delle principali Istituzioni europee e nazionali, degli Enti territoriali e di quanti, più in generale, hanno a cuore la tutela e l’utilizzo consapevole dei beni culturali ed ambientali. Da questo punto di vista il Dipartimento di Scienze Umanistiche continua ad impegnarsi in tutti quei settori che riguardano lo studio, la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, tra l’altro mantenendo al suo interno diversi corsi di laurea e dottorati di ricerca che si muovono in questa direzione e cercando di raccordarsi in modo sempre più attento e concertato con i soggetti istituzionali che si occupano di tali questioni, al fine di focalizzare sempre più l’attenzione sul significato autentico del patrimonio culturale e sulla sua importanza per la salvaguardia dell’identità delle popolazioni, oltre che per le possibili, importanti ricadute che esso può avere, in termini di sviluppo, per l’intero territorio di riferimento. […]

Ed è questo il senso dell’esperimento di Officine Culturali, associazione nata applicando la visione interdisciplinare dell’Università di Catania: qui l’azione per la valorizzazione del patrimonio culturale è esempio della virtuosa collaborazione tra istituzioni pubbliche e il privato no profit. Dal 2010, infatti, si concretizza tutto il senso della Terza missione dell’Università: Officine Culturali è un laboratorio attivo di progettazione, servizi e attività permanenti, un’impresa culturale in cui la ricerca sul patrimonio si fa sperimentazione e verifica, coinvolgendo le comunità di riferimento e divenendo occasione di professionalizzazione, occupazione e sviluppo. 

Si tratta, in definitiva, di un insieme di forze composite fornite di competenze diverse che hanno avuto il merito di credere in un progetto che all’inizio doveva certamente sembrare per molti versi proibitivo e che invece, attraverso le complicate fasi della sua laboriosa realizzazione, ha costituito e costituisce la testimonianza di quanto è possibile fare per il recupero e la fruizione del nostro immenso patrimonio culturale e per una sua più adeguata valorizzazione. Per questo saluto con entusiasmo questa importante iniziativa editoriale, ringraziando tutti coloro che, a vario titolo, vi hanno preso parte, lieto che il percorso un tempo coraggiosamente intrapreso da pochi illuminati intellettuali ed amministratori si snodi oramai con più riconosciuta visibilità, aggregando ogni giorno ulteriori protagonisti».

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