Il Giardino di via Biblioteca: uno spazio di cui prenderci cura

di Giovan Battista Rivecchio

Immagina un giardino pubblico, un polmone verde nel centro storico di Catania trascurato o addirittura sconosciuto ai più, che nel tempo è diventato sinonimo di sporcizia e poca cura. Ora immagina un gruppo di persone che lo frequentano ogni giorno, si rimboccano le maniche e decidono di smuovere le cose. Il 15 marzo, durante un sabato mattina inaspettatamente caldo, ci siamo dati appuntamento in giardino. 

Il Giardino di Via Biblioteca si trova a nord della Chiesa di San Nicolò l’Arena ed era originariamente la dimora di numerose piante di agrumi e alberi da frutto, coltivati dai monaci benedettini che vissero il complesso monastico. In seguito alle leggi eversive del 1866, al posto di agrumi e alberi vennero costruiti Palazzo Ingrassia per lo Studio di Anatomia dell’antica Facoltà di Medicina e una strada di collegamento tra piazza Dante e l’Osservatorio di Astrofisica: via Biblioteca. Negli anni ‘70 il giardino venne pedonalizzato e durante i lavori di recupero del Monastero dei Benedettini l’architetto Giancarlo De Carlo decise di strappare lo spazio dallo stato di abbandono in cui versava da anni per “congiungere” l’allora Facoltà di Lettere e Filosofia e lo Studio di Anatomia. Tuttavia, l’obiettivo di De Carlo era più ampio: donare al quartiere “Antico Corso” un nuovo luogo che permettesse alle persone residenti di relazionarsi con il Monastero e le Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino Recupero. Ma oggi cosa è successo?

Il Giardino di Via Biblioteca non è soltanto una delle aree verdi della città di Catania a non essere sfruttata e valorizzata in maniera adeguata, ma anche un luogo che, nonostante tutto, è diventato uno spazio collettivo per tante persone: per gli studenti e le studentesse dei dipartimenti qui intorno che sotto gli alberi ripetono e studiano durante l’anno accademico, per i ragazzi e le ragazze del Liceo Classico Statale “Nicola Spedalieri” che sui muretti si incontrano per condividere momenti di confronto collettivo, per i giovanissimi e le giovanissime abitanti del quartiere “Antico Corso” che nella caratteristica “Sala verde” progettata da Giancarlo De Carlo giocano e si rincorrono e per le tante scolaresche e le famiglie che partecipano ai laboratori nella sala didattica di Officine Culturali. È la dimora di una simpatica comunità di gatti, di cui quotidianamente (e amorevolmente) si prendono cura le persone residenti nel quartiere “Antico Corso”. È anche lo spazio verde su cui si affacciano tre luoghi dalla forte valenza storica: le Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino Recupero, il Museo di Archeologia, l’Archivio e il Museo della Fabbrica del Monastero dei Benedettini.

Da tanti anni Officine Culturali, insieme all’Università di Catania, i partner locali e la comunità dei residenti, ha dedicato progetti e pratiche al Giardino di via Biblioteca. E proprio a partire dalla quotidianità con cui viviamo questo spazio comunitario, abbiamo realizzato che anche in questo caso non può esistere indifferenza e distacco tra le persone e i luoghi, perché alcuni di questi ci appartengono, diventano parte di noi e, anche se spesso non ce ne rendiamo immediatamente conto, ci accompagnano ogni giorno. Ed è per questo che continuiamo a prendercene cura.
Con pochi strumenti – un decespugliatore, un rastrello, guanti usa e getta, sacchi di plastica, una scopa e una paletta – abbiamo cominciato a restituire dignità al giardino, rimuovendo una parte delle erbacce che invadevano l’ingresso e togliendo gran parte dei rifiuti sparsi (di varia dimensione) in quasi tutto il giardino: abbiamo raccolto e riempito circa quindici sacchi. Ringraziamo gli operatori ecologici prontamente intervenuti a rimuovere il materiale raccolto e depositato vicino i due cancelli. 

Cerchiamo e speriamo di avviare un lavoro di recupero e manutenzione che non ha la pretesa di sostituirsi a chi, formalmente, dovrebbe prendersi cura del giardino, quanto invece il desiderio di generare una riflessione collettiva sull’importanza che il contributo di ognuno di noi può avere nella tutela di questo luogo. Spazi come il Giardino di Via Biblioteca, infatti, sono beni comuni e luoghi di relazioni sociali e pratiche culturali, dove tutte le persone possono essere determinanti fattori di cambiamento. Questo incontro è stato il primo di quelli che ci auguriamo diventino una serie di appuntamenti regolari dedicati alla cura e al “ripristino” del Giardino di via Biblioteca.

Questa prima azione collettiva di pulizia e cura del giardino, infatti, per noi rappresenta molto più di una semplice attività di manutenzione: è un vero e proprio atto di cura verso un luogo che quotidianamente viene frequentato non solo da noi, ma da diverse comunità che, intersecandosi, ne compongono i significati. Perché il bello è proprio questo: non sono i luoghi a fare le persone, ma viceversa.

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2 commenti su "Il Giardino di via Biblioteca: uno spazio di cui prenderci cura"
  1. Barassi patbrizia ha detto:

    Bellissimo tutto questo amo la mia citta’quello che avete fatto e’ un atto prezioso e amorevole, molto spesso non si comprende il valore degli spazi della nostra città che e’ la nostra casa comune grazie di cuore a disposizione

    1. Comunicazione-OC ha detto:

      Grazie mille Patrizia

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