Martedì 11 settembre 2018 Officine Culturali compie un ulteriore passo della sua crescita: l’associazione culturale vestirà i panni dell’impresa sociale, acquisendone la qualifica.
A nove anni dalla sua fondazione l’associazione, impegnata nelle attività di coinvolgimento, educazione, comunicazione, tutela e ricerca nell’ambito del patrimonio culturale, cambia pelle per sperimentare nuove frontiere possibili per il futuro dei suoi soci lavoratori, un nuovo investimento delle proprie risorse che possa generare nuovi impatti positivi per il territorio e le comunità con cui l’associazione opera.
Quasi una seconda fondazione, dunque: un nuovo inizio voluto dall’assemblea dei soci e supportato dall’attuale Consiglio Direttivo costituito da Francesco Mannino (Presidente), Manuela Lupica (Vicepresidente) e Claudia Cantale (consigliere), con l’intenzione di rafforzare alcuni dei principi su cui l’associazione già si reggeva ma dotandola allo stesso tempo di strumenti più agili ed efficaci per la propria gestione e per il raggiungimento degli obiettivi condivisi.
É un passo coraggioso che vuole essere anche una sperimentazione. A seguito dell’approvazione della Riforma del Terzo Settore (nei suoi D.Lgs 117/2017 – Riforma del Terzo Settore e 112/2017 Impresa Sociale) il comparto non profit dispone oggi di nuovi ed efficaci strumenti per operare e mirare al raggiungimento dei propri scopi di di interesse generale, senza scopo di lucro e per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
Nei suoi anni di crescita Officine Culturali, nata come associazione culturale, ha pienamente perseguito la missione di tutelare il patrimonio culturale, rendendolo accessibile e comprensibile attraverso forme inclusive e partecipative di mediazione e comunicazione sociale della ricerca scientifica, dell’intelletto e del lavoro umano. Soprattutto negli ultimi anni ha investito energie, competenze e risorse nel contrasto al fenomeno delle povertà educative e dell’esclusione sociale, nel quadro di una visione generale di un welfare culturale sempre più irrinunciabile. Al raggiungimento di obiettivi sempre più significativi ispirati da una visione sociale della cultura, si è perseguita anche la possibilità di compiere una costante crescita professionale per i propri soci basata su alta formazione e aggiornamento continui. Tutto ciò è stato possibile anche grazie alla collaborazione con le istituzioni pubbliche del territorio, in primo luogo con l’Università di Catania, in linea con gli obiettivi assunti dagli atenei sulla traccia della loro Terza Missione.
La riforma del Terzo Settore è dunque una nuova sfida per un modello di gestione che Officine Culturali aveva intrapreso come parte della propria storia associativa e che potrebbe divenire un’ulteriore risorsa di ispirazione di gestione responsabile, ancor più basata sul coinvolgimento dei lavoratori in primis e di tutti coloro che altresì vogliano partecipare alle attività capaci di generare effetti positivi e permanenti sui territori e sulle collettività.
L’11 settembre del 2018 segna l’inizio, dunque, di una fase più consapevole e più matura in cui Officine Culturali entra a pieno titolo nel novero delle piccole imprese, pur mantenendo la sua natura di organizzazione non profit e di associazione di donne e di uomini impegnati in attività di coinvolgimento culturale, premessa indispensabile a scenari possibili di coesione ed equità sociale.