“Continuo divenire”: la terza edizione di Unni stai di casa

di Giovan Battista Rivecchio

Non basterebbe una vita per raccontare l’intera storia del Monastero dei Benedettini di Catania: migliaia di persone hanno attraversato i suoi corridoi, due catastrofi naturali hanno quasi raso al suolo le sue mura, tante destinazioni differenti hanno trovato spazio tra le sue architetture, in tantissimi e tantissime hanno lavorato insieme per recuperare i suoi spazi e renderlo il perfetto esempio di integrazione tra le epoche storiche che è oggi. Ed è proprio da alcune delle persone protagoniste del recupero contemporaneo che abbiamo deciso di partire insieme ad Angelo D’Agosta nella costruzione della nuova edizione del laboratorio di scrittura e performance teatrale Unni stai di casa

Unni stai di casa, a cura di Officine Culturali e condotto da Angelo D’Agosta, è soltanto una delle diverse iniziative che, nel corso degli anni, abbiamo messo in atto – in collaborazione con l’Università di Catania –  per raccontare il Monastero dei Benedettini e la sua centenaria storia: oltre alla progettazione, alle visite guidate, ai servizi educativi e ai laboratori ludico-didattici, il linguaggio multimediale del teatro ci ha permesso, con l’aiuto di professionisti e professioniste dello spettacolo, di narrare un luogo vivo e aperto – oggi sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche –  che da anni appartiene alle differenti comunità.

Il percorso di “Unni stai di casa” inizia ad assumere i simpatici connotati di una tradizione che va man mano consolidandosi: siamo alla terza edizione, la seconda parte de La Polis delle Arti – Un percorso alle periferie della cultura, fra musica e teatro, rassegna a cura dellAssociazione Culturale Darshan. Dopo aver raccontato e intrecciato le storie e le memorie della collina di Montevergine e di chi la vive durante la prima edizione e dopo aver ripercorso le affascinanti narrazioni che caratterizzano la storia del Monastero durante la seconda, insieme ad Angelo D’Agosta abbiamo pensato per questa terza edizione di utilizzare una lente diversa, più specifica: quella del recupero contemporaneo da parte dell’architetto Giancarlo De Carlo e tutti e tutte coloro che, con lui, hanno contribuito a rendere il complesso monastico un luogo in cui oggi passato, presente e futuro dialogano e convivono quotidianamente. 

Durante il primo incontro Daniela Capra (Officine Culturali) ha accompagnato i partecipanti e le partecipanti alla scoperta soprattutto dei luoghi simbolo del recupero contemporaneo, come il Ponte Manica, la biblioteca universitaria “G. Giarrizzo”, la Scala Elicoidale, il Giardino dei Novizi e la Sala Rossa “A. Leonardi”. Con taccuini alla mano, occhi attenti e creatività in fermento, i partecipanti e le partecipanti al laboratorio hanno iniziato fin da subito a raccogliere spunti e idee grazie alla «congiura di sentimenti architettonici» che caratterizza il monastero. Visitare l’Archivio del Museo della Fabbrica e leggere alcune preziose testimonianze come La gentilezza e la rabbia. 105 lettere di Giancarlo De Carlo [a cura di Antonino Leonardi e Claudia Cantale, Editoriale Agorà] ha permesso loro di immergersi, grazie anche all’aiuto di Nicola Caruso (Officine Culturali), nelle storie e nelle narrazioni di chi, di questo recupero, è stato protagonista e ha dedicato buona parte della sua vita.

Sotto la guida attenta di Angelo e la supervisione musicale del maestro Andrea Balsamo hanno iniziato a scrivere e comporre, cucendo insieme episodi e aneddoti – in alcuni casi anche con licenza poetica – un testo teatrale inedito in cui realtà e finzione si sono mescolate per raccontare non solo gli anni del recupero, ma anche ciò che l’ha preceduto. Il testo della performance è stato scritto da Bruna Ambra, Linda Cavallaro, Elena Ciravolo, Lina Giuffrida, Valeria Giuffrida, Elisabetta Granieri Galilei, Manuel Giunta, Giusy Iudicelli, Valentina Marletta, Costanza Milazzo, Giuditta Nicosia, Eugenio Sanfilippo, Francesca Sanfilippo, Maria Concetta Solmona, Gloria Trischitta, Giovanna Valastro, Oriana Viglianesi.

Allievi e allieve si sono approcciati a queste storie con profondo rispetto e sensibilità, come afferma Angelo D’Agosta:
Questo laboratorio è sempre un viaggio di scoperta. Il percorso è partito, come nelle edizioni precedenti, dalla visita guidata del Monastero, attraverso i suoi luoghi ma soprattutto le infinite storie riguardanti il recupero contemporaneo. Storie che sono state riprese e trasformate anche grazie alla sensibilità degli allievi e allieve del corso, che ne hanno “riscritto” la storia. Il risultato finale è stato un testo completamente nuovo e assolutamente diverso dai precedenti che, insieme agli stessi allievi e allieve e coadiuvato dal maestro Andrea Balsamo alle musiche, abbiamo poi messo in scena creando uno spettacolo unico nella sua genuinità e assolutamente rispettoso del luogo e della sua storia. Si viene sempre a creare un’atmosfera di gioco e convivialità che, ritengo, sia alla base oltre che della socialità anche del buon teatro.

Aggiunge Manuela Lupica, vice presidente di Officine Culturali:
Da anni ci occupiamo della valorizzazione e fruizione del monastero anche attraverso il linguaggio del teatro e tutto questo lo facciamo, dai percorsi guidati agli spettacoli teatrali, alle tante attività rivolte ai minori e alle minori, grazie all’accordo di partenariato con l’Università di Catania. Dove sta la novità di Unni stai di casa? I partecipanti e le partecipanti al laboratorio, non sempre necessariamente vicini professionalmente al mondo del teatro, hanno co-progettato stando insieme per un mese, assorbendo la storia del monastero e restituendoci nuove narrazioni e un racconto dove hanno reso vive le voci dell’arch. De Carlo, del suo braccio destro il Geom. Antonino Leonardi, ma anche e soprattutto di tutti gli operai e le maestranze che hanno contribuito a dare il volto che oggi ha il Monastero dei Benedettini.

Continuo divenire – la performance

È questo il nome scelto per la performance finale. Un titolo che calza perfettamente nel definire un luogo che nel corso dei secoli è diventato un caleidoscopio cangiante di funzioni e caratteristiche sempre diverse. Lo scorso 29 dicembre, dopo settimane di ricerca, scrittura e prove, lo spettacolo ha debuttato all’Auditorium “Giancarlo De Carlo”, portato in scena da: Bruna Ambra, Linda Cavallaro, Elena Ciravolo, Lina Giuffrida, Valeria Giuffrida, Elisabetta Granieri Galilei, Manuel Giunta, Giusy Iudicelli, Valentina Marletta, Giuditta Nicosia, Eugenio Sanfilippo, Francesca Sanfilippo, Maria Concetta Solmona, Gloria Trischitta, Giovanna Valastro, Oriana Viglianesi.

Lo spettacolo ha preso il via raccontando mirabolanti storie riguardanti la servitù dei monaci, ritrovamenti archeologici durante il restauro, alcune vicende vissute dagli operai del cantiere benedettino. Nelle voci dei teatranti e delle teatranti hanno ripreso vita alcune tra le persone protagoniste del restauro, come ad esempio De Carlo che riveste l’inedito ruolo di narratore. Gli allievi e le allieve, guidati da Angelo, portano in scena alcune soluzioni del recupero contemporaneo del Progetto Guida teatralizzandole: nell’ultima scena il pubblico ha potuto vedere il personaggio dell’Architetto ascoltare i coloriti ma sinceri pareri di una vecchina, contenta di poter finalmente arrivare a Fera o’ Luni in poco tempo e senza stancarsi troppo, grazie alle soluzioni architettoniche di De Carlo di rendere il monastero percorribile e vivibile nella sua interezza non solo da studenti e studentesse, ma da tutti e tutte. Un finale simbolico che riassume perfettamente l’importanza, non solo architettonica, del lavoro di coloro che hanno contribuito a rendere oggi il complesso monastico un luogo che De Carlo definì «di aria, di luce, di intensa comunicazione, di aspettative e promesse per il futuro».  

Con la performance portata in scena lo scorso 29 dicembre all’Auditorium “G. De Carlo” si conclude la terza edizione di “Unni stai di casa”, ma continueremo il lavoro di ricerca, studio e progettazione per costruire nuove trame e nuovi modi per raccontare un luogo la cui storia si è intrecciata con la memoria di tante persone e che ogni giorno ci offre nuovi spunti e nuove opportunità di scoperta. 

“Unni stai di casa” fa  parte de “La Polis delle Arti  2 – Un percorso alle periferie della cultura, fra musica e teatro”, rassegna a cura dell’Associazione Culturale Darshan con Officine Culturali e l’Associazione culturale Algos all’interno dell’iniziativa “Palcoscenico di Catania. La bellezza senza confini”, promossa dal Comune di Catania.

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