C’era una volta in un paese lontano … un bambino piccolo, ma tanto coraggioso. Fosse una favola, la storia di Iqbal racconterebbe del coraggio di un bimbo che da solo riuscì prima a scappare e poi a sconfiggere i suoi aguzzini.
Ma la storia di Iqbal, è una storia vera. Iqbal Masih era un bambino pakistano che, costretto a lavorare a quattro anni, si oppose allo sfruttamento minorile, diventando un simbolo della difesa dei diritti dei bambini; e che, per questo motivo, fu assassinato dalla mafia dei fabbricanti di tappeti la domenica di Pasqua del 1995, a soli 13 anni. Questa storia mi ha commosso da subito.
Non ho avuto occasione di conoscere Iqbal personalmente, e l’unico modo che ho avuto per sapere che faccia avesse è stato tramite delle foto sui libri e su internet. C’è una foto in particolare che mi ha colpito. È in bianco e nero e Iqbal sorride. Non fu tanto il sorriso a colpirmi, quanto i suoi occhi. Aveva una luce strana negli occhi. Erano tristi, sì vero, ma curiosi, vivi, veri.
Credo che se il teatro, al giorno d’oggi, ha ancora motivo d’esistere è affinché storie come questa non vengano dimenticate. Mi sono permesso di raccontare la sua storia, sperando che Iqbal avrebbe apprezzato. Maggiori informazioni