Il racconto dei primi due appuntamenti del ciclo di seminari specialistici sul turismo accessibile, tenutasi al Monastero dei Benedettini, facente parte del progetto MUST – Mobility Unesco Sustainable Tourism.
«“La più grossa barriera architettonica è quella mentale”. Da questo assunto ha preso avvio la due giorni di formazione sul turismo accessibile, conclusasi ieri a Catania, rivolta a guide turistiche, operatori e imprenditori del turismo. Il ciclo di seminari specialistici, che proseguirà tra ottobre e novembre con ulteriori incontri, rientra nell’ambito delle attività del Progetto MUST per la promozione del turismo accessibile nei siti Unesco siciliani, coordinato dalla società di consulenza nel settore turistico–alberghiero, Errequadro, e cofinanziato dalla Commissione Europea.
Sede degli incontri il Monastero dei Benedettini di Catania nelle sale messe a disposizione dall’Associazione Officine Culturali e dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania.
Numerosissimi i partecipanti, appartenenti alla filiera del turismo e alle amministrazioni locali, spinti dalla motivazione di sviluppare anche in Sicilia un turismo di qualità, accessibile a Tutti. Sul tema della qualità si è tornato più volte durante i seminari, coordinati dal Centro Servizi per il Volontariato di Palermo, CeSVoP, partner del progetto MUST: nel turismo in generale, e ancor di più nel turismo senza barriere la qualità è un fattore determinante per vincere la concorrenza. I turisti con bisogni speciali necessitano di fattori protettivi e di sicurezza che solo dalla qualità dei servizi può garantire.
Tematica chiave della prima giornata è stata la sensibilizzazione: la formatrice Federica Alaimo, psicologa esperta in disabilità sensoriali, ha affrontato il concetto di “normalità”, assolutamente relativo e connotato culturalmente, per discutere poi dell’evoluzione della terminologia della disabilità e sottolineare come l’handicap non sia insito nella persona con bisogni speciali, ma piuttosto nell’ambiente con barriere che lo circonda. Abbattere tali barriere e promuovere un turismo pienamente accessibile (e non semplicemente “accomodante”) è un dovere in primo luogo dei suoi protagonisti, ovvero gli operatori della filiera.
Le parole hanno un peso dunque, ma anche i numeri, ecco perché ci si è successivamente concentrati sugli aspetti economici dell’accessibilità: in primo luogo l’importante volume di mercato rappresentato dai viaggiatori con bisogni speciali, che fanno in media più di una vacanza all’anno, viaggiano spesso in gruppo e in bassa stagione (nell’ottica della destagionalizzazione); altri aspetti da non sottovalutare sono l’aumento della domanda potenziale e la crescita del mercato di riferimento, confermata dai trend relativi all’invecchiamento della popolazione e all’aumento dell’incidenza di disturbi alimentari e intolleranze; il turismo accessibile consente una maggiore relazione con il cliente e dunque una maggiore fidelizzazione (il passaparola è una delle leve più importanti, poiché per i turisti con bisogni speciali la fiducia è fondamentale nella scelta di una destinazione), e allo stesso tempo offre la possibilità di fare network con gli altri soggetti della filiera turistica.
A prescindere dal dovere morale dunque, esistono concrete motivazioni economiche e strategiche; fare turismo accessibile rappresenta un reale vantaggio competitivo, in un contesto in cui i dati parlano chiaro: in Europa si stimano circa 40 milioni di persone con disabilità motoria e considerando la popolazione anziana, i disabili temporanei, le famiglie con bambini, e chi ha disturbi alimentari, si raggiungono i 130 milioni di persone.
Ricordando che esistono varie tipologie di esigenze speciali, che non si limitano alle difficoltà motorie, ma attraversano uno spettro che va dalle disabilità sensoriali, a quelle mentali e psichiche, alle intolleranze alimentari e allergie, gli oltre 30 partecipanti sono stati coinvolti in un percorso “pratico” per fare esperienza diretta delle difficoltà di chi si muove su una sedia a rotelle, con un deambulatore, o affidandosi, letteralmente, alla vista di una seconda persona.
Il secondo incontro ha visto l’entusiasta partecipazione alle attività di gruppo, con i formatori Valentina Urso e Giuseppe Palermo, dell’associazione Nessun Ostacolo. L’obiettivo dell’esercitazione è stato intraprendere un viaggio nella filiera turistica accessibile: divisi in gruppi omogenei per competenza (con un rappresentante per categoria tra guide turistiche, istituzioni, albergatori, operatori), i partecipanti hanno ipotizzato quattro originali itinerari rivolti a persone con specifiche esigenze speciali, alla scoperta dei quattro siti Unesco inclusi nel progetto: Isole Eolie, Etna, Villa Romana del Casale e il Val di Noto.
La partecipazione numerosa e il coinvolgimento attivo degli operatori rappresentano un’ulteriore e importante passo in avanti nella costruzione del network MUST per la promozione dell’offerta turistica accessibile di questi luoghi e confermano l’assunto di base del progetto, ovvero che il turismo accessibile è una risorsa per tutti».